mercoledì 30 maggio 2007

CITAZIONE


"otto di giugno -mercoledi' "
Mille piccoli fastidi,piccole incertezze,piccole paure che vanno e vengono come una tenda mossa dal vento sul balcone spalancato.Incertezze che complica l'ora che deve ancora passare;vampate di angoscia che devono essere fermate ed espresse per trovarne le cause, ma che per questo non sono meno pesanti.
E in tutto questo il Tempo che corre con ritmi indecifrabili ,con regole che sfidano continuamente la ragione, strisciando in pomeriggi interminabilmente lunghi e in anni incredibilmente brevi.E tutto si ripete sempre uguale, a intervalli sempre diversi,ma con gli stessi sensi di inutilita'.E questo ripetersi, pur nella consapevolezza del gia' visto,del gia' vissuto, si ripropone ogni volta con le stesse intensita',con la stessa soffocante impossibilita' a gestirlo, a controllarlo.
Controllare il Tempo, conservarne la memoria. Ma ogni ora sembra nuova, inconosciuta, come se la memoria delle angosce gia' vissute e ripetute non esistesse;come se i pensieri, i fatti,potessero ferirci ogni volta a fondo, anche se li riconosciamo subito.
Come quando un profumo ascoltato in un momento di felicita' non sia capace di suscitare in noi quella stessa felicita' ogni volta,ma solo l'angosciosa certezza che quella felicita' e' finita ....quei profumi che vivono fuori di noi e ci assalgono improvvisi,inaspettati ,a riempirci sempre, appena la ragione li riconosce, di angosce.
Datemi un mondo vuoto,vuoto"

domenica 27 maggio 2007

UN MONDO NUOVO


la prima volta invece che feci caso a questa definizione in un modo un po' piu' "intrigato" di quanto si faccia studiando la colonizzazione delle Americhe (ma quello era il nuovo mondo....cosa fa la posizione di un aggettivo !) fu studiando al liceo le opere di Tiepolo. Avevo sempre preferito GianBattista ...GianDomenico mi sembrava troppo banale, troppo terrestre...eppure sul libro un suo affresco mi turbo'. Si chiamava Il Mondo Nuovo e rappresentava un gruppo di cittadini che guardavano una lanterna magica in riva al mare...niente di strano in fondo...le lanterne magiche erano cose comuni alla fine del settecento e forse ogni fiera ne esibiva una...anche con le immagini di quel mondo di cui tanto si parlava,il mondo nuovo...
pero' la maggioranza delle figure guarda verso il mare, e sono tutte di spalle...e sul mare non c'e' nulla, solo un orizzonte infinito e un cielo vuoto.
Che guarda tutta quella gente?
o ,forse...dove va?e perche' mai quel titolo cosi' strano ,in una piccola villa della campagna veneta?
era un tempo quello in cui i sogni, i miei, erano ancora pieni di aspettative e di "sorti magnifiche e progressive."

sabato 26 maggio 2007

SASKATCHEWAN

La prima volta che sentii questo nome ero un ragazzino che andava al cinema da solo...Forse ero al ginnasio...o forse anche prima,non me lo ricordo...o era una di quelle sere, molto piu' tardi, quando cercavo alla televisone dei vecchi film?
Era un film con Alan Ladd che non mi era mai piaciuto al cinema...
Stranamente mi era rimasta impressa piu' lei, Shelley Winters(piu' una mamma grassottella che un'eroina del selvaggio west)...me la ricordavo con un vestito azzurro.... ed era proprio azzurro quando la rincontrai di nuovo, trent'anni dopo.
il film aveva un titolo impronunciabile, ma che mi rimase nella memoria (chissa' perche' questa memoria selettiva che fa dei nostri ricordi quello che vuole in modo assolutamente imprevedibile, lo aveva fissato in qualche parte...):Le giubbe rosse dello Saskatchewan.

Allora avevo solo una vaga idea di dove fosse e l'antipatia suscitata dall'attore principale non mi aveva concesso di localizzarlo oltre un vaghissimo Canada...o Canada' come dicevo allora credendo che il francese si parlasse dappertutto.