giovedì 18 ottobre 2007

INDIAN HEAD


Il Mondo Nuovo questa volta si e' aperto in una piccola citta' dello Saskatchewan.
Ci sono finito per una strana combinazione del caso anni fa, alla ricerca di un punto da cui cominciare di nuovo.Ora che sono un vecchio pensionato e che i sessant'anni sono irrimediabilmente alle porte mi sembra ridicolo parlare di "ricominciamenti"...forse e' solo l'inizio della fine.
Arrivando dall'aereo il sole stava tramontando basso e dorato su una prateria vuota di alberi e di case.Come un deserto piu' ruvido.
Nella piccola citta' ,fondata dai pionieri intorno ai grandi elevatori per il grano lungo la ferrovia, nel 1882,le case sembrano essere disegnate per le illustrazioni di un libro, i giardini autunnali ancora pieni di grandi alberi gialli e arancione,l'aria gia' fredda:ma in alto le oche dal lungo collo nero si dirigono a sud e gli ultimi scoiattoli corrono nel giardino raccogliendo le bacche tra le foglie cadute.
C'e' un silenzio profondo.Poca gente in effetti per l'unica strada con negozi tra cui un improbabile ristorante cinese e un idraulico che espone nella vetrina l'elenco dei clienti morosi con i loro debiti e gli acconti versati di volta in volta.
La casa e' piccola ,verso la ferrovia. Dalle finestre si vede uno dei grandi elevatori dei primi del secolo e un grande cespuglio di foglie gialle la separa dalla strada.Oggi il cielo e' grigio e a tratti scende una pioggerella leggera .Non ci sono suoni nell'aria:solo una volta sento il fischio di un treno,ma sembra di essere in uno di quei film degli anni quaranta, quelli sulla grande Depressione.
Che fara' la gente durante il giorno in posti come questo?Forse cucina torte di mirtilli e sogna una casa al mare.
Strano come a volte sia difficile dire a se' stessi che quello che si vuole e' cucinare una torta di mirtilli e stare a guardare una strada vuota ...ma forse bisogna prima essere stati travolti da troppe cose e persone.