lunedì 26 novembre 2007

LA CASA DEI TRE PORCELLINI



I mondi nuovi a volte si nascondono anche dietro un parato a fiori nelle piccole case della prateria.
Stavo lavorando con furia per non sentire i meno trentasei gradi di puro gelo che invadevano la stanza .A tratti uno sbuffo di neve riusciva a superare la fragile barriera di legno che chiudeva una finestra appena divelta e non ancora sostituita.Il riscaldamento rotto, il vento nel vero senso polare facevano il resto.Ero alle prese con un muro ,se si possono chiamare cosi. questi sottili tramezzi di legnetti inchiodati con dei chiodi che fanno impallidire quelli del Golgota.Una carta rosa antico a piccoli mazzetti di margherite bianche dava un aspetto civettuolo e tutto anni quaranta alla scena.Fuori un sole pallido nel cielo azzurro riverberava su un gruppo di nuvole grigiastre riflettendosi in un arcobaleno circolare e tripicandosi come in un film di fantascienza.
Tolto il parato compaiono le sottili tavolette di cedro rosso.La stanza si riempie di un profumo orientale, esotico, stranamente fuori luogo con la neve che si vede oltre la finestra.
La sbarra di ferro comincia a rompere impietosamente: bisogna mettere, nello spazio tra le due sottili intercapedini, un isolante dal verde spento, fatto bruciando a una temperatura assurda una roccia locale. A quella temperatura la roccia fonde e se ne ricava una specie di zucchero filato (quello che oggi si vende solo nelle buste di plastica, ma che ancora ha tutta l'appiccicosita' della mia infanzia) che, compresso in soffici matasse impedira' all'aria fredda di entrare nel sottile guscio di legno profumato.
La casa risale agli anni venti, probabilmente una piccola fattoria perduta nella prateria: i coloni li immaginiamo sempre come qualcosa dell'ottocento, mentre invece appartengono al nostro secolo, come la Bella Otero, la sagra della primavera,Picasso e Coco Chanel.
Negli anni sessanta la piccola fattoria era stata trasportata nella cittadina lungo la ferrovia :nuove finestra aperte,un riscaldamento rozzo ma efficace messo in opera, senza tanto badare alla struttura portante ,minata in vari punti.
Qualche muro era stato rifatto, qualcuno no. ma forse era una casa per le vacanze, perche' l'isolamento termico non era stato preso in considerazione.....
Ed eccolo il vecchio isoalmento, fare capolino tra le assi spaccate ai miei piedi.
Un miscuglio di fieno ancora profumato, penne di uccelli,giornali arrotolati,qualche sacco per la farina.
Poi, un foglio di libro,non piegato, svolazza sul pavimento.
ultima edizione:1929, e una poesia su un uccello che cerca il nido.
Capisco poco dell'inglese poetico e fa troppo freddo per fare il romantico.
La casa di carta e paglia, come quelle dei tre porcellini,mi aveva dato il suo messaggio.Lo richiudo tra i muri per ora ,tra lo zucchero filato che sa di roccia .per oggi basta, il sole sta scendendo sulla prateria coperta di neve.